Era il 4 luglio 2018 quando mio marito, allora il mio fidanzato, mi chiese di sposarlo. Io, innamorata dalla prima volta che gli rivolsi la parola, gli risposi di sì senza pensarci due volte. Mi chiese di sposarlo con un solitario di oro bianco, sull’ ambulanza che ci ha fatti conoscere: lui, ex paramedico militare, autista soccorritore di lunga data, io soccorritrice alle prime armi, ancora studentessa universitaria in Infermieristica. Avevamo pianificato tutto: la data, il tema della cerimonia, lo svolgimento della festa, gli abiti, gli accessori, la musica, ma soprattutto il viaggio di nozze. Il viaggio era stato organizzato meticolosamente nei minimi dettagli, rigorosamente da noi, senza la mediazione di un’agenzia di viaggi, o la comodità di un pacchetto predefinito. Abbiamo cercato, studiato, analizzato e incastrato ogni meta per più di tre mesi, ma alla fine era tutto pronto: il nostro viaggio di nozze sarebbe stato un viaggio itinerante di 14 giorni per tutta la Gran Bretagna, alla scoperta dei luoghi correlati a Harry Potter, il tema dell’intero evento.
Come dicevo, avevamo pianificato anche la data: 29 maggio 2021. E così è stato, in effetti. La pandemia, però, ci ha costretti a cambiare meta, perciò, abbiamo dirottato le nostre attenzioni sull’unico paese europeo che non avesse la frontiera blindata: la Francia. L’idea del viaggio itinerante è rimasta, abbiamo dovuto “solo” ricominciare daccapo la pianificazione. Comunque, nonostante la pandemia, i divieti, le restrizioni e tutte le difficoltà legate al periodo emergenziale, il 29 maggio 2021 ci siamo sposati, e il 31 maggio siamo partiti.
Siamo partiti dalla Toscana a bordo di una Skoda Fabia del 2006 alla volta di Avignone, per poi risalire fino a Caen, passando per Arles, Nimes, Bordeaux, e poi scendere a Parigi fino a Digione e Aix en Provence. Abbiamo visitato luoghi meravigliosi, visto panorami mozzafiato, macinato più di 4000km, ma ci siamo resi conto di una cosa: quello sarebbe stato l’unico modo in cui avremmo sempre viaggiato, perché ci sentivamo liberi, ma non era abbastanza. Non volevamo nemmeno avere una meta prenotata da raggiungere entro sera, volevamo ancora più libertà, quindi, l’unico mezzo che poteva darcela era il camper. Ed è così che è iniziata questa storia.